Secondo i dati raccolti dal radar MARSIS a bordo della sonda Mars Express, vi sarebbero profondi depositi di ghiaccio sepolti in una regione equatoriale del pianeta rosso: la più vasta riserva d’acqua individuata nei pressi dell’equatore marziano.
Parecchi anni fa, l’orbiter Mars Express dell’Agenzia spaziale europea (ESA) rivelò dei depositi non meglio identificati nella regione di Medusae Fossae, vicino all’equatore di Marte, estesi fino a profondità di 2,5 km. Grazie alle osservazioni compiute con il radar MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) di cui è equipaggiata la sonda, realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (ASI), un nuovo studio attribuisce tali strati a una vastissima riserva di ghiaccio d’acqua.
La ricerca è stata pubblicata sul «Geophysical Research Letters» e riguarda il maggiore deposito di ghiaccio individuato alle basse latitudini del pianeta rosso. L’acqua in esso contenuta potrebbe bastare a colmare un bacino delle dimensioni del Mar Rosso!
Mappa delle formazioni geologiche, modellate dai venti marziani, nella zona chiamata Medusae Fossae. Fissando a 300 m lo spessore della copertura polverosa superficiale, le gradazioni di colore rappresentano la profondità raggiunta dai depositi glaciali.
Crediti: Planetary Science Institute/Smithsonian Institution
L’iniziale incertezza relativa alla natura dell’accumulo era dovuta al fatto che Medusae Fossae, con le sue gigantesche strutture scolpite dai venti, costituisce uno dei più estesi depositi di polvere su Marte. Il segnale poteva dunque essere causato da profondi strati pulviscolo, sedimento o ceneri vulcaniche.
Il radar MARSIS, tuttavia, ha escluso questa possibilità, poiché in tal caso la massa dell’accumulo avrebbe compattato il materiale portandolo a densità assai più elevate di quanto osservato. Le simulazioni effettuate dai ricercatori hanno permesso di concludere che il ghiaccio d’acqua è l’unica sostanza in grado di spiegare i rilevamenti.
Su Marte c’è abbondante ghiaccio imprigionato nelle calotte polari, ma una simile riserva nel sottosuolo della fascia equatoriale non era mai stata trovata. Si tratta di informazioni essenziali per (eventuali) future esplorazioni umane del pianeta, considerato che i depositi locali di ghiaccio rappresenteranno una risorsa fondamentale per i visitatori terrestri. Certo l’accumulo in questione, formato da ghiaccio e pulviscolo stratificati fino a 3,7 km di profondità, è nascosto sotto una copertura di polvere e ceneri spessa qualche centinaio di metri, il che non lo renderebbe fruibile con la tecnologia attuale.
Ma è importante proseguire nella mappatura di siffatti depositi glaciali non solo in vista della possibile esplorazione da parte di astronauti del futuro, ma anche in relazione agli studi sull’evoluzione del clima marziano. Oggi Marte è un mondo desertico, freddo e invivibile, ma sono ormai numerosissime le evidenze di un lontano passato in cui l’acqua scorreva e giaceva abbondante sulla sua superficie. Per questo l’ASI, la NASA, l’Agenzia spaziale candese (CSA) e l’Agenzia giapponese per l’esplorazione aerospaziale (JAXA) hanno sul tavolo uno studio per concepire una futura missione incentrata proprio sull’identificazione delle riserve di ghiaccio nel sottosuolo marziano.
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UAESA/MBRSC/HopeMarsMission/EXI/AndreaLuck (CC BY 2.0)