Uno studio recente, analizzando la distribuzione di antichissimi crateri da impatto, ha stabilito la possibilità che, circa 466 milioni di anni or sono, la Terra fosse circondata da un sistema di anelli simile a quello che oggi adorna Saturno. La presenza di questi anelli, inoltre, potrebbe contribuire a spiegare la prima delle cinque grandi estinzioni di massa avvenute sulla Terra nell’ultimo mezzo miliardo di anni.
Attualmente, se pensiamo ai pianeti dotati di anelli nel sistema solare, non può che venirci in mente Saturno; non a caso può vantare il soprannome di «signore degli anelli». Tuttavia, anche gli altri tre pianeti giganti – Giove, Urano e Nettuno – sfoggiano dei propri sistemi di anelli, seppure molto meno appariscenti di quelli saturniani.
Ma un recente studio, pubblicato su «Earth and Planetary Science Letters» da tre ricercatori della Monash University in Australia, suggerisce che degli anelli planetari potrebbero aver circondato proprio la Terra all’incirca 466 milioni di anni fa. Le prove di questa antica presenza intorno al nostro pianeta si troverebbero nella distribuzione arcaica di 21 crateri da impatto, risalenti al cosiddetto evento meteorico dell’Ordoviciano – un intenso bombardamento di meteoriti avvenuto in quell’epoca.
Gli scienziati hanno preso in esame le cicatrici lasciate da quegli antichissimi proiettili cosmici e, in particolare, lo schema tracciato dalle loro posizioni paleogeografiche. Tenendo conto dei modelli di tettonica delle placche associati alla Terra dell’Ordoviciano (un periodo geologico tra i 485 e i 443 milioni di anni or sono), sono risaliti alle latitudini che originariamente occupavano i crateri ed ecco la sorpresa: nessuno cadeva a più di 30° di distanza dall’equatore terrestre.
Se i corpi celesti responsabili degli impatti fossero arrivati dalla fascia degli asteroidi, una regione del sistema solare compresa tra le orbite di Marte e di Giove, i crateri avrebbero dovuto essere sparsi in modo uniforme sulla superficie del nostro pianeta. Al contrario, la concentrazione degli impatti lungo la zona equatoriale dipinge uno scenario differente.
L’ipotesi sostenuta nell’articolo è che un grande asteroide sia piombato nel campo gravitazionale della Terra e abbia raggiunto il limite di Roche: la massima vicinanza che un oggetto può raggiungere dal corpo gravitante prima che le forze mareali di quest’ultimo lo facciano a pezzi. I detriti risultanti sarebbero quindi andati a formare un sistema di anelli intorno alla Terra. Successivamente, nel corso di milioni di anni, i detriti sarebbero deorbitati precipitando sul nostro pianeta e causando l’evento meteorico dell’Ordoviciano. Considerato che, stando alle ultime ricerche, gli anelli di Saturno non dovrebbero avere più di 400 milioni di anni, in quel periodo il vero «signore degli anelli» potrebbe essere stata la Terra!
Un altro punto interessante riguarda la correlazione di questo scenario con la prima delle cinque grandi estinzioni di massa avvenute sul pianeta negli ultimi 500 milioni di anni, la quale segnò la fine dell’Ordoviciano. La catastrofe fu contrassegnata da una delle più forti glaciazioni occorse fino a mezzo miliardo di anni fa, alla quale potrebbe aver contribuito proprio il sistema di anelli: la sua presenza, infatti, avrebbe bloccato una parte della radiazione solare in arrivo sulla Terra, alimentando così il raffreddamento del pianeta.