Il JWST ha posato lo sguardo sul misterioso gigante ghiacciato, raggiunto finora solo dalla sonda Voyager 2 nel 1986.
Di certo le stranezze non sono qualcosa che manca a Urano, penultimo dei pianeti per distanza dal Sole e terzo in dimensioni. Con un diametro circa quattro volte maggiore di quello terrestre, Urano è uno dei due giganti ghiacciati del sistema solare, assieme al «gemello» Nettuno.
Descrive la sua orbita in 84 anni, distando mediamente dal Sole 2,9 miliardi di km (quasi venti volte la distanza media Terra-Sole). È talmente lontano che la luce solare impiega 2 ore e 40 minuti a raggiungerlo.
Compie una rotazione in appena 17 ore, intorno a un asse inclinato di 98° rispetto alla direzione perpendicolare al piano dell’orbita. Avete capito bene: l’asse di rotazione di Urano ha un’inclinazione di 98°, per cui risulta quasi parallelo al piano orbitale! In qualche modo è come se rotolasse lungo la sua orbita, peraltro in senso retrogrado (opposto al moto intorno al Sole).
A seguito di questa bizzarra configurazione, Urano presenta le stagioni più estreme tra i pianeti del sistema solare: per circa un quarto del suo periodo di rivoluzione espone costantemente uno dei poli al Sole, mentre l’altro resta immerso altrettanto a lungo nella totale oscurità.
Fino a oggi soltanto una sonda, la Voyager 2, ha avuto occasione di sorvolare Urano. Accadeva nel 1986 ed è stata un’impresa che, probabilmente, non avrà eguali per chissà quanti anni. Nelle fotografie inviateci dal nostro emissario robotico, il pianeta appare come una placida sfera di colore verde-azzurro.
In occasione delle festività natalizie dello scorso anno, il telescopio spaziale James Webb ha fornito una nuova immagine di Urano e del suo sistema di lune e anelli. La stupefacente vista infrarossa del JWST, tuttavia, rivela un mondo di notevole dinamicità.
A cominciare dalla calotta di nubi stagionale che avvolge il polo nord, sempre più sviluppata man mano che Urano si avvicina al solstizio – che raggiungerà nel 2028. Si notano anche le tracce chiare di enormi tempeste proprio al confine della calotta polare. Le osservazioni del JWST potrebbero contribuire a far luce sui fenomeni stagionali e meteorologici dell’atmosfera uraniana, un aspetto che tuttora suscita parecchio interesse tra i ricercatori.
Accanto a Urano, Webb mostra 14 delle sue numerose lune e il sistema di anelli in grande dettaglio (incluso il debolissimo e rarefatto anello ζ in prossimità del pianeta). Senza contare lo sfondo costellato da svariate galassie, sul quale si staglia uno dei mondi più affascinanti che attendono solo di essere esplorati.